Il Dipartimento di Pianificazione dell’Università di Architettura di Venezia ha la sua sede in un palazzo di rara bellezza, restaurato nel 1971, accessibile attraverso Calle Tron, nei pressi della fermata di San Stae. Affacciato sul Canal Grande, l’edificio mantiene intatto gran parte del suo fascino originale, conservando le tracce degli antichi splendori della famiglia Tron, illustri proprietari di un tempo.
Al piano nobile, tra le affascinanti storie del Vecchio Testamento dipinte dal francese Dorigny, si dispiegano i ritratti che celebrano le glorie dei Tron. Nella sala principale, dominata da un imponente camino del tardo 400, il pavimento esibisce una ricercata mescolanza di colori che riflette l’eleganza e la ricchezza di un’epoca passata.
Del casino settecentesco di Palazzo Tron, purtroppo, rimangono poche tracce visibili oggi. Situato originariamente nel giardino, oltre la corte pavimentata, fu distrutto agli inizi del XIX secolo con la scomparsa di Cecilia Tron, l’ultima erede della famiglia. Quel che resta sono due maestosi pilastri in bugnato con capitelli ionici in pregiato marmo d’Istria e una statua di San Giorgio e il drago, testimonianze mute di un’epoca di splendore e grandezza ormai perduta.
In passato, gli interni sontuosi erano ornati da specchi, stucchi dorati e opere d’arte di Dorigny e Guarana. Il casino era non solo il cuore della residenza Tron ma anche un luogo di intrighi e passione, una lussuosa sala da ballo che ospitava le feste del potente procuratore Andrea Tron, noto come El Paron (il padrone di Venezia). Qui, nel 1775, fu accolto con tutti gli onori l’Imperatore Giuseppe II d’Austria, evento che testimonia l’influenza e il prestigio della famiglia Tron nella storia di Venezia.
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