L’alto rilievo della “Donna Onesta”, situato sopra la casa al civico 2935, è avvolto da diverse storie e leggende che ne aumentano il mistero e l’interesse tra i residenti e i visitatori del quartiere.
La versione più intrigante racconta di Santina, la bellissima moglie di un fabbricante di spade. Un giovane patrizio di nome Marchetto Rizzo si invaghì di lei e, sotto pretesto di commissionare una daga al marito, approfittò della sua assenza per incontrare segretamente Santina. In un tragico e drammatico evento, il giovane patrizio la violentò. Per salvare l’onore e l’integrità della sua famiglia, Santina prese la spada che il marito stava forgiando e si uccise.
In un’altra versione della storia, un amico di lunga data di Santina e del marito intervenne prontamente per salvare la donna dall’assalto del giovane patrizio. Pur non uccidendo il giovane, l’amico, chiamato Zuane, fu comunque esiliato dalla città per sei mesi come punizione per il suo gesto.
Esiste anche una versione più prosaica del nome dell’altorilievo, secondo la quale il termine “Donna Onesta” deriverebbe semplicemente dal nome di battesimo di un’abitante del quartiere o addirittura da un’altra figura locale, una prostituta nota per le sue “tariffe assai ragionevoli”, un modo antico per indicare una donna che praticava il mestiere con onestà e rispetto.
Queste storie confluenti, legate alla figura scolpita sull’alto rilievo, contribuiscono a mantenerne viva la leggenda e a suscitare riflessioni sulle tradizioni e le vicissitudini della vita nel quartiere veneziano, dove la storia e la mitologia si intrecciano in un intricato tessuto di narrativa popolare.
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