La Stele del Pane, l’unica rimasta a Venezia, rappresenta un documento storico significativo risalente al 1727. Questa stele, realizzata in pietra d’Istria, è incisa con un proclama contro la vendita abusiva del pane, emanato dal doge Alvise III Mocenigo. Il testo, redatto in veneziano dell’epoca, dettaglia con precisione i reati associati alla vendita scorretta di pane e le relative sanzioni. Il documento si concentra sulla grave problematica dell’epoca riguardante la vendita fraudolenta del pane, un bene essenziale per la popolazione veneziana. Descrive i diversi casi di frode, che potevano includere la manipolazione del peso, l’aggiunta di ingredienti non autorizzati o la vendita di pane non fresco. Le pene connesse a questi reati erano severe e miravano a dissuadere i commercianti dal compiere tali pratiche dannose per la comunità. Questa stele, oltre a fungere da monito pubblico contro la frode alimentare, rappresenta anche un esempio dell’autorità della Serenissima Repubblica di Venezia nel regolare il commercio e proteggere gli interessi dei suoi cittadini. Il fatto che sia l’ultima rimasta in città sottolinea la sua importanza storica e culturale, conservando nel tempo un pezzo tangibile di legislazione veneziana del XVIII secolo
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