Vicino alla chiesa di San Giovanni in Bragora, il Sotoportego dei Preti collega la Salizada del Pignater alla Calle del Pestrin. Sotto il portego che conduce alla salizada, si può notare un curioso cuoricino di mattoni rossi, il quale racchiude una leggenda affascinante e tragica.
La leggenda racconta la storia di Orio, un giovane pescatore che abitava in una casa vicino al sotoportego. Orio era solito gettare le sue reti nei pressi di Malamocco, e una notte, sentì delle voci provenienti dall’acqua: “Per favore, liberami. Ti supplico.” Davanti ai suoi occhi, emerse il volto di una splendida ragazza. “Non ti preoccupare,” disse lei, “non sono una strega. Mi chiamo Melusina.” I due si sorrisero e parlarono fino all’alba. Orio si accorse che Melusina aveva una grande coda di pesce, ma si innamorò immediatamente di lei. Si promisero di rivedersi ogni notte.
Col tempo, Orio chiese a Melusina di sposarlo. Lei acconsentì, ma con una condizione: non avrebbero dovuto incontrarsi il sabato. Tutto andò bene per due settimane, ma il terzo sabato Orio non riuscì a resistere e si recò al loro luogo di incontro. Melusina non c’era, ma un grosso serpente emerse dalle acque, dicendogli: “Ti avevo detto di non venire! A causa di un maleficio, ogni sabato mi trasformò in serpente, ma se tu mi sposerai, sarò bella come quando mi hai conosciuta.”
Orio e Melusina si sposarono ed ebbero tre figli. Tuttavia, un giorno, Melusina si ammalò e morì. Secondo i suoi desideri, il corpo fu restituito al mare. Rimasto solo con i tre bambini, Orio scoprì che ogni volta che rincasava, la casa era in perfetto ordine. Pensando che fosse opera di una vicina gentile, un giorno rientrò più presto del solito e trovò un serpente in cucina. Senza esitare, lo uccise. Da allora, la casa rimase in disordine e Orio capì che il serpente era Melusina, tornata per aiutare la sua famiglia, ora morta per sempre per mano sua.
In ricordo di questa struggente storia d’amore e perdita, fu posto un cuore di mattoni rossi nel luogo dove sorgeva la loro casa. Questo cuore, oltre a commemorare la leggenda, è diventato un portafortuna per i veneziani e i visitatori: si dice che toccarlo possa far realizzare un desiderio entro l’anno.
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