Il simbolo della fede e della speranza durante le epidemie
Il sotoportego di Corte Nova, situato nei pressi di Calle Zori e non lontano da Santa Giustina, è un luogo che merita una visita per la sua affascinante storia legata a un prodigioso evento. All’ingresso del sotoportego, una lunetta con iscrizione ricorda come la fede degli abitanti abbia più volte salvato la comunità da morte certa, proteggendola anche da un’epidemia memorabile.
Durante la terribile pestilenza del 1630, che causò la morte di oltre 50.000 persone a Venezia, una giovane donna di nome Giovanna, residente in Corte Nova, esortò i suoi vicini a non perdere la speranza e a affidarsi all’aiuto della Madonna. Giovanna dipinse un’immagine della Vergine con San Rocco, San Sebastiano e San Lorenzo Giustiniani, tutti protettori nelle epidemie, e la collocò nel sotoportego. Ogni giorno, gli abitanti della corte si riunivano davanti al dipinto per pregare insieme.
La peste, che continuava a mietere vittime in tutta la città, si arrestò miracolosamente nei pressi del dipinto e tutti gli abitanti di Corte Nova furono risparmiati. Per commemorare questo evento prodigioso, si decise di segnare la pavimentazione del sotoportego con una pietra in marmo rosa corallo di Verona. Questa pietra, conosciuta come il “masegno”, è ancora visibile e porta con sé una tradizione popolare: pestare la pietra come porta-fortuna, un gesto particolarmente seguito dagli studenti, anche se alcuni ritengono che porti sfortuna.
La storia della pietra rossa di Corte Nova è un esempio di come la fede e la speranza abbiano avuto un ruolo centrale nella vita degli abitanti di Venezia durante i momenti di grande difficoltà. Oggi, il sotoportego e il suo masegno rappresentano una testimonianza tangibile di questa resilienza e della devozione popolare che ha caratterizzato la storia della città.
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