Il Ponte Brazzo è un’antica struttura in pietra con bande in ferro sostenute da colonnine di pietra d’Istria. Caratterizzato da stemmi in pietra dei Provveditori di Comun su un lato dell’arco e resti di un leone marciano scalpellato sull’altro, il ponte prende il nome dalla famiglia Brazzo, una cittadinesca di antica origine toscana. Secondo fonti storiche, la famiglia Brazzo si dedicava alla mercatura e alla vita civile, possedendo numerosi beni sia dentro che fuori Venezia, in particolare nei pressi di Sant’Alvigi e nella calle conosciuta come “da cha da Brazzo”.
Nel 1437, Goffredo da Brazzo fondò insieme ai suoi soci la Scuola di San Marco in Campo dei Santi Giovanni e Paolo, dove ricoprì il ruolo di Guardian Grande fino alla sua morte nel 1457, quando venne sepolto alla Certosa. La storia della famiglia Brazzo ebbe un epilogo tragico nel XVII secolo. Alessandro da Brazzo, marito di Cecilia Maffetti, uccise suo cognato Giulio Maffetti nel 1643 durante un litigio causato dalle continue lamentele della sorella Maria riguardo al comportamento stravagante del marito. Alessandro fu bandito e i suoi beni confiscati, ma la madre riscattò i beni nel 1645. Tuttavia, Alessandro fu trovato morto in circostanze misteriose mentre viaggiava, con la faccia nella mangiatoia di una stalla.
Maria, dopo aver subito sfortune anche con il secondo marito, morì poco dopo la madre, segnando la fine tragica della famiglia Brazzo nel secolo XVII. Il Ponte Brazzo non solo testimonia la maestria architettonica e la storia delle famiglie veneziane, ma rappresenta anche un punto di incontro di storie tragiche e avvenimenti che hanno segnato profondamente il tessuto sociale e culturale della Serenissima